Prima di tutto avvenne questa cosa magica. Stefano inserì il dischetto e fece ripartire il computer. Ma invece di non fare nulla, stavolta si accese.
“Funziona!” esclamò Giada.
“Non come pensi tu”, la calmò subito Stefano.
Certe volte i maschi sono più misteriosi delle donne.
“Ma non è la schermata solita. Anche la musichetta è diversa”, notò Giada.
“Infatti. Siamo partiti con Ubuntu, vedi” disse Stefano. Vicino a Giada si trovava bene, notò che aveva un buon profumo. Delicato, appena percettibile. Concentrarsi su Ubuntu era meglio. Decisamente meglio.
“Ecco vedi, ora hai un sistema funzionante. Prova”, disse Stefano, contento dell’effetto che aveva sortito.
“MmmmMm. Ma non so come ci si muove qui. Cos’è questa barra sopra, per esempio?”
La faccenda sarebbe stata complessa, ma l’aveva messo in conto.
“Vedi, è solo che le cose sono organizzate in modo diverso. Ma quando hai capito la logica, vai tranquilla. Guarda.”
Aprì Firefox. Si collegò a facebook e le avvicinò il portatile.
“Sì funziona! Ma è lento lento però”
Obiezione prevista.
“Certo perché sta girando dal CD. Ogni programma ora lo carica da lì.”
“Ah, ecco. Lo dicevo io. E allora?”
“Allora te lo istallo, così diventa rapido. Va bene?”
“Sul mio computer?”
“E dove, sulla teiera?”
“Quella funziona, grazie.”
“Certo, perché mica ha Vista, quella.”
“Stupido”
Gli diede una piccola spinta sulla spalla, a rimarcare un moderato rimprovero. Le piaceva questa familiarità che non implicava necessariamente un coinvolgimento sentimentale. O lo implicava in maniera sfumata, di questo non era proprio sicura.
“Ma lo istalli e io perdo tutto?”
“No se hai abbastanza spazio. Aspetta.... sì dovrebbe andare”.
“Rischio qualcosa?”
“Direi poco. Certo ogni ripartizionamento ha un rischio.”
“Non ho capito cosa dici. Ma se perdi i miei dati ti meno”
“Tranquilla, tranquilla. Vatti a fare un tè, visto che la teiera funziona. Qui ci vorrà qualche minuto”, disse Stefano.
“Non mi va il tè.”
“Però io lo prenderei volentieri, peraltro”, disse lui.
Perché le donne a volte non capiscono? Eppure sono così svelte, di solito.
“Ok, ok. Ma non fare danni intanto.”
“Più di così. Va bene una partizione da 20 giga?”
“Cosa?”
“No, niente, lascia stare. Piuttosto, io il tè lo prendo con un velo di latte, grazie.”
Manco fossi la sua fidanzata, pensò. Nondimeno, avvertì un leggero piacere nell’assecondare la sua richiesta, come un senso di gratificazione per essersi presa cura di qualcuno.
Forse è che é un pò che non ho un ragazzo. Però forse non è nulla di questo, e sono solo contenta che mi sta sistemando il computer. Anche se poi bisogna vedere se riesco ad usare questo Buntu. Io sono abituata a Windows e voglio quello, chissene se a qualcuno non gli piace.
“Pronto il tè.”
“Pronto anche il computer”, si sentì una voce dal salotto.
Giada tornò con un vassoio con due tazze di tè, una brocchetta del latte e dei biscottini. Sempre meglio che pagare un tecnico, pensò.
“Allora ecco, questo è il desktop. Qui ho messo il link alla partizione di windows”
“Cioè?”
“Cioè, qui trovi le cartelle con le foto, video e musica”
“Ah ecco”
“Ottimo questo tè”
“E’ quello Early Grey, a me piace molto.”
“Come faccio a sentire un brano però?”
“Guarda qui, nelle Applicazioni trovi, sotto ‘Audio e video’ tutto quello che ti serve. Però giocaci un pò e cerca di familiarizzarti”
“Uhm”
“Che vuol dire uhm?”
“Ma mi tocca imparare cose diverse.. Sapevo fare tutto prima. Lanciavo iTunes e via”
“Beh qui lanci Rhytmbox e via. Se poi non ti piace ne scegli un altro, di programma per la musica.”
“Ce ne sono tanti di programmi da istallare?”
“Una marea. Li trovi qui al ‘Software Center’. Ora sono.. Aspetta.. 34595 programmi disponibili.”
“Cavoletti”
“Io avrei detto diversamente, ma cavoletti è più pulito, senza dubbio”. Stefano intanto aveva finito di sorseggiare il suo tè.
Quasi trentacinquemila programmi? Ma per fare cosa?
“C’è un programma che ti studia letteratura latina al posto mio? E’ una tale pizza…”
“Non credo. Non nella versione 10.10 almeno”
“Dieci che?”
“Intendo, non nella versione attuale di Ubuntu Forse nella 15.04, magari, se la tecnologia va avanti”
“Stai di nuovo facendo lo stupido per caso?” chiese lei, con uno sguardo che voleva essere severo senza riuscirci.
“Soltanto un pò” ammise Stefano sorridendo.
Il sole al tramonto aveva già inondato il salotto di ampie striscie rossastre. L'ora più bella, per Giada.
“Ma se volessi.. Ehm..”
“Ripristinare Windows?”
“Sì esatto.”
“Ce l’hai un disco USB?”
“Quelli che si attaccano? No, veramente no.”
“Allora aspetti che torno un’altra volta, te lo porto io. Salviamo tutta la tua roba e rimettiamo Windows. Ce l’hai ancora il disco immagine che ti ho fatto fare quando hai comprato il computer?”
“Credo di sì, sta nella scatola.”
“Allora siamo a posto, si può fare. Intanto goditi un pò Ubuntu…” Stefano fece come per andare via.
“Devi andare?”
“Beh avevo detto a Luisa che sarei passato da lei prima di cena”
Giada sentì qualcosa pungere dentro, giusto un attimo. Subito sorrise di nuovo.
“Giusto. Sei stato gentilissimo a venire qui. Grazie”
“Per me è sempre un piacere, non preoccuparti”
“Allora ci vediamo presto?”
“Divertiti con Ubuntu.”
“Tu divertiti con Luisa. Cioè, non volevo dire in quel senso. Se non siete maliziosi, voi maschi…”
“Sei troppo spassosa, Giada. Allora a presto. E guarda che hai messo appena il naso in un mondo incredibile, farai delle belle scoperte”
“Dici eh? Speriamo”
“Sicuro. Basta aver voglia di imparare.”
Dalla finestra vide il motorino di Stefano sfilare disciplinato lungo il viale. Bravo ragazzo. Era contenta per Luisa. Tornò a sedersi davanti al portatile, il quale, non sapendo cosa fare, si era intanto lanciato in un fantasioso screen saver pieno di colore.
Ora a noi due, Buntu….. Vediamo se fai quello che ti dico io, devi capire chi comanda.
Tu sarai pure linux, o quello che ti pare, ma io sono una donna. Dunque si fa a modo mio, non ci sono altre possibilità.